TouchTrades Ltd. , truffa ed appropriazione indebita, abusivismo finanziario, sostituzione di persona, circonvenzione di incapace, ostacolo agli organi di vigilanza, riciclaggio, autoriciclaggio ed abuso di fiducia
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Quattro a giudizio. Sotto processo sono finiti Domenico Giannini, italiano emigrato a Lugano e legale rappresentante della Dgh Sagl, considerato l’ideatore della truffa, i promotori finanziari Olimpio Aloisi e Roberto Giammarco entrambi di Pescara, Claudio Bocchia, 55 anni, residenza a Massa e ufficio a La Spezia, professionista a cui si era affidato l’imprenditore pisano. Il braccio destro di Giannini resta latitante. Si chiama Fabio La Rosa, 42 anni, broker finanziario e impresario residente a Santo Domingo, con doppia cittadinanza italiana e americana. La curiosità è il difensore: l’ex pm antimafia Antonio Ingroia. Le accuse sono truffa aggravata, riciclaggio, autoriciclaggio, attività bancaria abusiva, raccolta abusiva del risparmio, ostacolo alle funzioni di vigilanza, appropriazione indebita, falso in atti e sostituzione di persona, circonvenzione di incapace.
Dietro il jet set il niente. Le cene di gala sulla Croisette a Cannes. Gli abbracci, tra sorrisi e pacche sulle spalle, con le star di Hollywood. Lustrini e paillettes con il miraggio di fare soldi attraverso investimenti immobiliari in quei paradisi in terra che ai Caraibi sono la regola. Solo che quel mondo patinato e le opportunità che facevano da quinta a un jet set da copertina erano un’illusione. Per la Procura truffaldina. Testimonial inconsapevoli. A fare compagnia a Bocelli come testimonial inconsapevole di un raggiro stimato in 20 milioni di euro (il valore dei beni sequestrati) con almeno 200 imprenditori e risparmiatori nel ruolo di vittime, c’era anche l’attore John Travolta. Brochure e foto con le immagini dei vip annunciati come soci di un’operazione immobiliare in Belize, Centro America, battezzata “Puerto Azul”, per far nascere un resort a 8 stelle. Bocelli, sottolinearono gli inquirenti all’epoca degli arresti, oltre a denunciare chi lo aveva ingannato, fornì un contributo sostanziale alle indagini. Spiegò come era stato attirato in un tranello pubblicitario ignaro di cosa si nascondesse dietro ai proclami del promotore di un marchingegno concluso con gli arresti. Soldi spariti. I soldi svaniti nel buco nero dei vari passaggi tra conti correnti e triangolazioni sull’asse Lugano-Bahamas-Lussemburgo. Il grosso delle parti offese è localizzato nella provincia di Massa con una ventina di posizioni che lamentano perdite consistenti. Ma c’è anche chi, pur avendo detto addio ai soldi, ha scelto di non costituirsi parte civile non potendo dimostrare l’origine legale delle somme sparite. L’equivoco è stato spiegato così dalla Guardia di finanza: Bocelli e Travolta avevano partecipato a una cena, nel 2014, al Festival di Cannes, in cui era presente anche Giannini. Fu l’occasione per scattare e mettere insieme il materiale da spacciare poi come benedizione dei vip all’operazione immobiliare. Meccanismo inceppato. Un piano rimasto sulla carta, anche perché non solo il fondo non aveva la proprietà dei terreni, ma quel resort non avrebbe potuto essere costruito nella zona indicata per una serie di vincoli ambientali granitici. Quando gli investitori hanno iniziato a chiedere, senza ottenerli, gli interessi alla holding di Giannini, il meccanismo ha svelato la sua vera natura. E a quel punto è arrivata la finanza, quella in divisa. http://edition.channel5belize.com/archives/148079
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Febbraio 2018
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